BRANDY ITALIANO
La denominazione “Brandy italiano” è riservata all’acquavite ottenuta in Italia dalla distillazione di vino proveniente da uve coltivate e vinificate su territorio nazionale.
Il Brandy italiano presenta un titolo alcolometrico non inferiore a 38% in volume e può essere diluito con acqua.
Il Brandy è un’acquavite, quindi un distillato di vino la cui qualità influisce direttamente sul prodotto finale. Il nostro Brandy è stato ottenuto da un vino bianco, di buona acidità e tenore alcolico, aroma neutro e conserva le caratteristiche organolettiche del vino di partenza che ne definisco le caratteristiche principali.
La parola Brandy deriva dall’olandese brandwijn, ovvero «vino bruciato». La scuola salernitana diede un forte impulso alla distillazione, ma furono gli Olandesi durante l’epoca moderna i primi a distillare vino e a commercializzarlo su larga scala, contribuendo a fissarne il nome.
Grandi stimatori del brandwijn furono gli inglesi, infatti a loro si devono le prime testimonianze scritte sul prodotto. Durante il fascismo si provò ad italianizzare il termine «Brandy» affidando il compito a Gabriele D’Annunzio. Il vate coniò «arzente», variante aulica dell’aggettivo «ardente», ma nel dopoguerra si tornò immediatamente ad utilizzare la parola importata.
Il Brandy è soprattutto un distillato da meditazione da bersi dopo cena a temperatura ambiente nel classico bicchiere “ballon” o in un calice a tulipano per meglio apprezzarne la complessità aromatica.
Viene utilizzato anche in mixology come ingrediente per la preparazione di alcuni cocktail.