"L’ assedio" di Enza Silvestrini - Incontro con l’autrice
In uno spazio-tempo fuoriuscito dalla storia, l’assedio racconta il ritorno di un’umanità smarrita, col suo carico di vita, di illusioni mitiche, grandi e terribili, un’umanità che non trova approdi in una terra soffocata dall’indifferenza immagino vengano dalla nostra terra, ma non so più se la mia è anche la tua, ho perso il ricordo di chi eri/ se sia giusto piangere per te. Visto da lontano, dagli occhi di chi migra, il mondo si disfa/ in coriandoli sottili…e la mente non sa più comprendere la formula giusta per la ricomposizione. Bisogna perdersi nel mare quasi un destino ineluttabile che si compie: nel sacrificio dei bambini affidati alle onde senza riva annega il futuro dell’umano.
Considerato da qui/ il mare è una massa spuria…/pezzi di barca e braccia calati / dalle pareti di schermi televisivi…Il dramma del naufragio è negli occhi di chi osserva fugace visione che potrebbe di notte disturbare quel che è rimasto della coscienza, placata dalla costruzione di gerarchie esistenziali c’è chi viene prima e c’è chi viene dopo, dall’orgoglio di essere un pallido mattone del più grande impero della storia: l’impero del consumo.
Eppure l’eco dell’io trascendentale sfonda il muro della solitudine, dell’assenza da sé, alla ricerca della propria scaturigine umana.
In diario greco, terza sezione dell’opera, qualcuno tenta il recupero di un io lontano perso nei recessi della storia fluttuano migliaia di facce di quelli che eravamo, ma ad un passo dall’unione la storia sfugge di nuovo a se stessa risucchiata dal mare, perdendosi in mille scaglie di luce.
prof.ssa Elena Silvestrini
Incontro con l’autrice 29/03/2022
I.T.C.S.G. Masullo – Theti
Il 29/03/2022 nell'Auditorium scolastico “Francesco Vecchione” dell'I.T.C.S.G. “Masullo – Theti”si è svolto l'incontro con Enza Silvestrini, autrice della raccolta poetica “l’assedio”.
Hanno partecipato all’ evento le classi 4^A a, 4^A Bio, 5^A Sia, 5^CInf., con le rispettive docenti promotrici dell’iniziativa: Susy Barone; Giusy Franzese; Elena Silvestrini. Ha coordinato e moderato la prof.ssa Susy Barone.
La dirigente scolastica, professoressa Elisa De Luca, ha salutato i presenti e ha sottolineato la forza e l’attualità del tema trattato nell’opera : le migrazioni viste secondo il duplice punto di vista di chi giunge e di chi accoglie. Ha inoltre evidenziato come attraverso la lettura del testo i ragazzi abbiano avuto modo di immedesimarsi nella tragedia di chi arriva da contesti di disperazione, che è molto di più di quanto si possa apprendere dai mass-media.
L’empatia che si sviluppa con l’altro attraverso la poesia è paragonabile solo all’esperienza diretta, come hanno affermato alcune studentesse di 5^ A Sia che, avendo partecipato al progetto “Lampedusa porta d’Europa”, hanno avuto modo di ascoltare le testimonianze di quanti sono arrivati, stipati nei barconi, sulle nostre coste alla ricerca di una speranza.
L’autrice, nel rispondere alle domande sulla genesi del testo, ha spiegato come quest’opera sia nata non da un’esperienza diretta con i migranti, ma dal continuo ritorno di una stessa parola nei suoi pensieri: assedio che poi è il modo in cui spesso noi occidentali viviamo oggi il fenomeno delle migrazioni.
Molto intense le immagini del testo, che hanno profondamente toccato la sensibilità dei ragazzi, in particolare quella del sacrificio di Isacco nella lirica in copertina. Qui è celebrato l’amore delle madri che vestono di rosso i propri figli prima di affidarli al mare, affinché possano essere visibili, in caso di naufragio, nell’azzurro infinito del Mediterraneo, che è legame tra i popoli delle due sponde, ma anche muro, come ha sostenuto l’autrice. Il rosso dei vestiti dei bambini travolti dalle onde ricorda il sangue degli agnelli sacrificati sul marmo bianco delle moschee musulmane.
Come i bambini imperatori, destinati già dalla tenera età ad adempiere un compito più grande di loro, anche i piccoli, ammassati con gli adulti sui barconi, sono destinati a scavare la tomba del futuro.
Il viaggio diventa una sospensione, un’attesa tra vita e morte – afferma l’autrice- e spesso termina in naufragio.
In contrasto con l’ indifferenza generale, nella lirica delenda Carthago si leva il pianto di Scipione , capace ancora di provar pietà per i vinti, metafora di un’ umanità che resiste in chi è chiamato ad assolvere il terribile compito che la storia gli ha assegnato.
Il Mediterraneo come tomba e come muro ha evocato il ricordo dei tanti muri della storia dal muro di Berlino alla Barriera di separazione tra Stati Uniti d'America e Messico, ad altri muri presenti nel mondo, che alimentano odio, dolore e discriminazioni come quello di India - Pakistan che dividono le zone del Kashmir controllate dall'India da quelle Pakistane, di Belfast nell’ Irlanda del Nord per questioni religiose.
Il muro non è solo un confine geografico che delimita spazi distinti, ma è anche lo strumento di potere sui corpi, sulle vite di quanti subiscono l’imposizione di stare al di qua o al di là di esso- ha spiegato l’autrice- tutti i muri della storia nell’impedire l’ingresso a chi è considerato diverso per etnia, colore della pelle, cultura, limita pericolosamente il concetto di democrazia.
Di qui la differenza tra progresso e futuro spesso confusi: il progresso è l'evoluzione tecnologico-scientifica, mentre il futuro nasce dalla coscienza del passato che ci porta a un avvenire diverso da ciò che è stato e si costruisce attraverso la conoscenza. La storia e la letteratura sono lo studio dell’umano.
L'autrice al termine ha salutato i partecipanti, autografando i libri su richiesta dei ragazzi, mentre la dirigente scolastica dopo aver ringraziato Enza Silvestrini, ha ribadito il concetto di progresso e futuro ricordando a tutti di credere e lavorare per il progresso, ma di non dimenticare la storia perché senza di essa non esisterebbe un futuro migliore, parole che hanno colpito gli studenti ormai quasi giunti al termine del ciclo delle scuole superiori e quindi chiamati a compiere importanti scelte di vita.
Anche la professoressa Barone che ha moderato l’incontro, riprendendo alcune affermazioni della scrittrice, ha sottolineato, nelle battute finali, come la lettura dei classici sia l’unico strumento per riflettere sulle grandi questioni umane del dolore, della morte che ormai la civiltà del consumo e dell’apparire rifiuta e che sono invece i punti nodali dell’esistenza umana.
Luigi Montuori 5^C Inf